Nota del curatore
Autore: Riccardo Campa
da: Divenire 2, Introduzione ()
Divenire si presenta al secondo appuntamento con i lettori in forma smagliante. Il nuovo volume risulta più ricco in dimensioni e contenuti rispetto al primo, ma soprattutto si giova degli interventi di alcuni nomi illustri della cultura italiana e internazionale che alzano ulteriormente il livello qualitativo della rassegna.
Per la sezione Attualità spicca innanzitutto l’intervento dell’epistemologo Angelo Maria Petroni, direttore della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Consigliere di amministrazione della RAI. Petroni difende la tesi di una perfetta sintonia tra liberalismo politico e tecnologie biomediche potenzianti, approfondendo un discorso già iniziato nel Manifesto di bioetica laica del 1996. Segue un saggio critico sui fondamenti filosofici dell’umanismo e del postumanismo di Roberto Marchesini, docente di Scienze comportamentali applicate e apprezzato autore del libro Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza (Bollati-Boringhieri 2002). Il saggio è teso a demistificare la concezione "pura" ed essenzialista dell’umano tuttora dominante. Il giovane ricercatore Alberto Masala approfondisce poi il tema dell’approccio naturalistico all’etica in relazione alle mutazioni della stessa natura umana, dando seguito ad un discorso già iniziato nel primo numero. Il quarto intervento della sezione Attualità è rappresentato dal Manifesto dei transumanisti italiani, redatto dal sociologo Riccardo Campa, che è anche curatore di questo volume. L’autore cerca di realizzare una sintesi tra le varie visioni politiche e culturali confluite nel movimento transumanista, al fine di elaborare un programma condiviso.
Nella sezione Genealogia si trovano tre saggi di notevole interesse. Il sociologo e bioetico di orientamento socialista James Hughes identifica la presenza in nuce di molte delle idee transumaniste nelle origini del pensiero illuminista ed, in particolare, nelle opere di Diderot. Il giovane filosofo Francesco Boco rintraccia invece radici del transumanismo in un’area politico-culturale del tutto diversa, e in particolare nell’opera di un pensatore come Oswald Spengler. Infine, Emmanuele Pilia narra brevemente le vicende storiche dell’opera di Le Corbusier per arrivare a delineare l’influenza della stessa sui nuovi paradigmi dell’architettura, mettendo l’accento sul rapporto tra "uomo nuovo" e nuova concezione dell’ambiente artificiale.
La parte dedicata alle visioni dell'avvenire vede ancora una volta la presenza dello scrittore di fantascienza Giovanni De Matteo, vincitore di prestigiosi premi letterari. In questo numero, per la sezione Futurologia, De Matteo ricostruisce gli orizzonti che emergono dai più noti film di science fiction e la filosofia che ha ispirato il lavoro dei registi.
Ben quattro sono le recensioni pubblicate nella sezione Libreria. Domenico Dodaro espone i contenuti de La breve storia del futuro dell’economista liberalsocialista Jacques Attali, ex consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; lo scrittore Sandro Battisti recensisce Semi-immortalità: il prolungamento indefinito della vita di Antonella Canonico e Gabriele Rossi; Stefano Vaj, autore tra l'altro di Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB, 2005) presenta e commenta invece i contenuti di Per farla finita con il nichilismo. Heidegger e la questione della tecnica di Guillaume Faye, intellettuale nietzschano ed identitarista già ideologo del GRECE; infine Riccardo Campa propone una recensione del libro-intervista Dove va la biopolitica?, in cui il medesimo Stefano Vaj viene interrogato da Adriano Scianca in materia di rivoluzione biologica e transumanismo. Quattro punti di vista diversi, per interessi e provenienze personali, sulla trasformazione postumana, ma che ciononostante convergono su alcuni fondamentali giudizi di fatto e di valore. Forse quelli che sono davvero propri del transumanesimo.